
In questo numero, l'undicesimo capitolo di "Fatica Sudore e Cazzo", altrimenti conosciuto come "Il Romanzo d'Appendice per l'Uomo Mediocre", anche noto come "L'Unico Romanzo che Contiene la Parola Cazzo Solo nel Titolo", talvolta citato come "Ruggiti d'Amore".
Capitolo undicesimo, dicevamo, "Nel quale si discute del vino, di Eunucio e di come accadde al rampollo d’essere condotto nelle prigioni del Birbante Baro".
'Ah, giovinezza, non ancora temprata dalle giuste bastonate dell'età e dell'invecchiare!
Non usa ai dolori della vita e dell'amore, sei solita rifugiarti nel vino e nel vaneggiare che induce!'.
Chi può dire se Belzazèl, nello scrivere questi versi, contenuti nelle 'Memorie d'un Moro', non avesse pensato ad Eunucio!
Il rampollo, giocando d'azzardo nei territori del Birbante Baro, scorse infatti fra la folla una giovane somigliante alla Bella Serva della quale s'era un tempo invaghito e cadde in una profonda, inconsolabile, malinconia.
Quasi seguendo un istinto deficiente, si diresse quindi al 'Rifugio del Sozzo', la più malfamata taverna che vi sia nei territori del Birbante Baro, dove Eunucio affogò i suoi dispiaceri in due abbondanti caraffe di vino.
Al 'Rifugio del Sozzo' Eunucio strinse immediatamente amicizia con due raffinati trovatori.
'Giovane rampollo, si è forse perso il senno sulla Luna? Non sa che coloro con cui parla sono due rinomati tagliagole, noti ovunque nei Territori del Birbante Baro?', lo avvertì la locandiera.
'Tu sei una umile locandiera, e non sai che dici: coloro con cui parlo sono i famosi ed inconfondibili trovatori Jaufrè Rudel e Raimbaut de Vaqueiras'.
'E sia, se così vi piace', rispose sorridendo la locandiera. Con lei sorrisero i due trovatori. Con loro non sorrise Eunucio, che si ritrovò derubato, ubriaco e per giunta solo, abbandonato e rapinato dai sedicenti Jaufrè Rudel e Raimbaut de Vaqueiras.
Fu quindi il turno del sedicente pittore Raffaello degli Scaligeri che consolò per qualche minuto il giovine Eunucio: finita la breve e propedeutica conversazione, non trovando più nulla di cui derubarlo, rimase alquando deluso e non trovò nulla da fare che malmenare sonoramente il rampollo.
Derubato e pesto, ubriaco e deficiente, Eunucio attese l'arrivo delle guardie, convocate dalla locandiera, ma quando furono arrivate il vino gli fece - ahimè - scorgere in una di esse le sembianze dello Stalliere Mario, attentatore delle virtù della amata Bella Serva.
Gli avvenimenti che ne seguirono sono ben poca cosa: Eunucio trovò nella guardia un avversario ostico e dal confronto non ne ne ricavò che una ulteriore razione di busse; perse i sensi e, quando rinvenne, si trovò con sua grande sorpresa al cospetto del nobile Stadivario, suo padre.
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